lunedì, gennaio 29, 2007

THE NEW DAISY GODZILLA LIVE! (PARTE II)


Complice un flusso temporale a dir poco bizzoso, la mia impressione è più o meno quella di essere appena sceso dal traballante palchetto del Circolo 005 di Laveno Monbello. Con i The New Daisy Godzilla al seguito, ovvio. Se nel mese e mezzo che mi è scivolato tra le mani da quella serata ad oggi è successo qualcosa, sappiate che non me ne sono accorto.
Non mi sono accorto dei ritardi epocali nei pagamenti del mio stipendio, ritardi legati con un nodo scorsoio al passaggio di proprietà delle riviste per cui scribacchio.
Non mi sono accorto di aver bussato alla porta del Mucchio Selvaggio e di essermi sentito rispondere “Non c’è nessuno!” da Stéfani in persona.
Non mi sono accorto di avere addosso dei vestiti che mi danno un po’ di nausea, visto che mi fasciano trasformandomi in un personaggio che nemmeno più riconosco.
E, ovvio, non mi sono accorto di aver passato dei “sabedì” dal vago gusto estivo. O, meglio, di “quella” estate, estate che chi c’era sarà ben difficile che possa dimenticare. Una dannata estate che avrebbe ucciso chiunque. Tranne il Magiustra, ovvio, che in rapporto Peso/Potenza è l’uomo più forte del Mondo mica per niente. E per fortuna che non ho memoria di questo mese e mezzo, perché deve essere stato paludoso, freddo e meschino.
Resta il fatto, invece, che mi sento addosso la stessa patina di sudore adrenalinico che mi copriva dopo il nostro ultimo concerto. Sarò anche per questo che, come dicevo poche righe sopra, l’impressione mia è più o meno quella di essere appena sceso dal traballante palchetto del Circolo 005 di Laveno Monbello. Con i The New Daisy Godzilla al seguito, ovvio. E per i The New Daisy Godzilla si teme debba diventare un’abitudine quella di saltare da un palco all’altro nel giro di un attimo. Questa volta è il turno delle quattro assi in croce sistemate nella Casa del Popolo di Arona, locale altamente improbabile che, a dirla tutta, pare uscito più dalla penna del Guareschi che dall’acuta mente di un ingegnere. O di un geometra, che tanto nel mio mondo sono più o meno la stessa cosa. Digressioni, comunque. Si diceva invece del prossimo concerto dei The New Daisy Godzilla in quel di Arona, la sera del 9 febbraio (che dalla regia mi indicano come un venerdì).
Questa volta ai nostri lucertoloni sonori toccherà l’arduo compito di scaldare il pubblico in previsione dello show dell’ex “bimbo in brodo” Enrico Veronica, all’esordio con il suo nuovo gruppo battezzato The Popo Boys. Non una prova facile, quindi, per i nostri vacillanti eroi. Vacillanti eroi che, però, possono giustamente vantare una nuova arma segreta: si tratta di un inedito brano strumentale intitolato “Midnight Execution”, una di quelle ballate orchestrali innaffiate di violini sulle quali il Magiustra ama rotolare prima di mettersi a letto la sera. O, meglio, “la mattina”, visto che questo “petit enfant sans abri” ultimamente è troppo nervoso per farsi accarezzare il testino da Morfeo e dalle sue ancelle. Digressioni, di nuovo. Si diceva invece del prossimo concerto dei The New Daisy Godzilla in quel di Arona, la sera del 9 febbraio (che dalla regia mi indicano come un venerdì), un concerto che vedrà i nostri acrobati circensi esibirsi in un nuovo brano dalla struttura bizzosa, scheletrica e spigolosa. Un brano che è quindi impossibile non avere in simpatia e che, ovvio, finirà per incastonarsi come un rubino nella polverosa corona dei The New Daisy Godzilla. Un rubino sistemato proprio al centro delle altre splendide gemme rumorose che i Nostri strapperanno agli strumenti in quella che, altrimenti, sarebbe stata un'altra (l’ennesima) orribile serata.
Come ovvio, dunque, il consiglio del Magiustra è quello di fare carte false pur di aver la possibilità di correre ad Arona, il 9 di febbraio. I The Popo Boys, capitanati da Enrico Veronica, si vocifera siano una band veramente strepitosa. Non per altro, ma tra i suoi membri si può addirittura riconoscere uno dei The New Daisy Godzilla. E ho detto tutto, mi pare.

sabato, gennaio 20, 2007

WWW.DAISYGODZILLA.NET


Sull'onda dell'entusiasmo scatenato dalla prima esibizione "live" dei The New Daisy Godzilla, come diligenti formichine tutte le anime in pena che orbitano attorno al gruppo si sono attivate per trovare nuove date, nuovi contatti e (soprattutto) una nuova cravatta per il povero Magiustra. Tra i tanti che si sono messi a riverniciare la fiancate del gruppo, non poteva certo mancare il buon Cecco (il nostro illustratore ufficiale, mica storie), che se ne è venuto fuori con una nuova idea per la sezione fotografica del sito della band (www.daisygodzilla.net). Come ovvio è ancora in versione "beta" ma, se fossi in voi, perderei cinque minuti per buttare un occhio "dietro alle quinte" e trastullarmi quindi con un po' di immagini rubate alla realtà dai nostri innumerevoli fan. E non solo, e non solo: tra le fotografie d'epoca si possono anche trovare i Daisy Godzilla in "sala d'incisione", i Daisy Godzilla mentre scrivono un pezzo (in una serie di immagini che sembrano venire da un tempo tanto, tanto remoto) e, addirittura, i Daisy Godzilla mentre se la ridono contando i soldi incassati fino ad ora, concerto dopo concerto. Dopo concerto, dopo concerto. Il prossimo si dice possa essere il 3 di marzo, una data organizzata dai tipi del "Perché No?", chiunque essi siano: i nostri eroi avrebbero dovuto fare da spalla per tali Retisonic (una band USA, mi dicono dalla regia, di area Fugazi e Dischord), ma i tizi in questione, non appena saputo chi avrebbe aperto per loro, hanno pensato bene di lasciar perdere. Al momento, quindi, i burocrati del "Perché No?" sono alla ricerca di un gruppo all'altezza della situazione, che suonare dopo di noi non è mica una cosa facile. Qualcuno dice di aver visto in giro i tipi del "Perché No?" con vanghe, picconi e torce elettriche, tutti impegnati a riesumare cadaveri illustri da fosse e cimiteri. Stai a vedere che suoneremo prima di un gruppo come si deve, una volta tanto.

lunedì, gennaio 15, 2007

"IL MAGIUSTRA", POESIA IN PROSA RACCONTATA DA OSCAR WILDE


Il Magiustra viveva in campagna fra i prati e i boschi; ma ogni mattina si recava nella grande città a molte miglia oltre i colli nella nebbia azzurra. E ogni sera faceva ritorno. E nella luce del crepuscolo i bambini e la gente gli si riunivano attorno a sentirgli narrare tutte le cose meravigliose che aveva visto quel giorno nei boschi, e lungo il fiume, e sulle vette dei colli.
Narrava di come i piccoli fauni scuri si affacciavano a spiarlo dalle verdi foglie nella foresta.
Narrava delle nereidi dalle verdi chiome che si erano levate dal lago di vetro, cantando per lui con le arpe.
Narrava anche del grande centauro che gli era venuto incontro sulla vetta del colle, e quindi era corso via al galoppo ridendo in una nuvola di polvere.
Queste e molte altre cose meravigliose il Magiustra narrava ai bambini e alla gente che gli si riunivano intorno ogni sera mentre le ombre si facevano spesse e cadeva il grigio crepuscolo.
Narrava storie meravigliose delle stupende creazioni della sua mente, poiché egli era colmo di belle fantasie.
Ma un giorno il Magiustra, tornando dalla grande città e attraversando il bosco, vide per davvero i piccoli fauni scuri che lo spiavano attraverso le foglie verdi. E quando giunse al lago le nereidi dai capelli verdi si levarono per davvero dall’acqua di vetro e cantarono per lui con le arpe. E quando giunse sulla vetta del colle un grande centauro passò al galoppo in una nuvola di polvere, e rise.
Quella sera, quando la gente e i bambini gli si riunirono intorno alla luce del crepuscolo per sentire tutte le cose meravigliose che aveva visto durante il giorno, il Magiustra disse loro: "Non ho niente da raccontarvi, perché oggi non ho visto nulla", perché quel giorno, per la prima volta in vita sua, aveva visto la realtà, e per il Magiustra, la fantasia è realtà, e la realtà non è nulla.

ELLA FITZGERALD: A-TISKET A-TASKET


A-tisket, a-tasket
A brown and yellow basket
I sent a letter to my mommy
On the way I dropped it

I dropped it, I dropped it
Yes on the way I dropped it
A little girlie picked it up
And put it in her pocket

She was truckin' on down the avenue
Not a single thing to do
She went peck, peck, peckin' all around
When she spied it on the ground

She took it, she took it,
My little yellow basket
And if she doesn't bring it back
I think that I will die

A-tisket, a-tasket
I lost my yellow basket
And if that girlie don't return it
Don't know what I'll do

Oh dear, I wonder where my basket can be?
(so do we, so do we, so do we, so do we, so do we)
Oh gee, I wish that little girl I could see
(so do we, so do we, so do we, so do we, so do we)

Oh why was I so careless with that basket of mine
That itty-bitty basket was a joy of mine

A-tisket, a-tasket,
I lost my yellow basket
Won't someone help me find my basket
And make me happy again, again!

(was it green? )
No, no, no, no
(was it red? )
No, no, no, no
(was it blue? )
No, no, no, no
Just a little yellow basket

UN’ALTRA TACCA SUL BASTONE


Poteva andare meglio l’esordio dei The New Daisy Godzilla? Probabilmente no, perché per la mitologia del gruppo è importante restare poco più che meteore. Meteore di passaggio in un paesino piuttosto che nell’altro, che tanto sono tutti uguali da Milano a Laveno Monbello. Meteore che solo pochi balordi sono stati così fortunati da intravedere. O, meglio, da “intrasentire”. Peccato che come termine “intrasentire” faccia piuttosto schifo, e in effetti il Garzanti mica lo riporta. Abbiamo coniato un nuovo termine, allora. Che si festeggi! Da oggi il mondo è più ricco! Digressioni, comunque. Si diceva invece dei The New Daisy Godzilla, che si sono ritrovati di nuovo su un palchetto, invero piuttosto traballante, sistemato in qualche maniera all’interno di un piccolo locale. L’aggettivo “piccolo” lo si può usare abbastanza tranquillamente, ma “locale” è in effetti un termine un po’ troppo forte. Anche perché acciuffando al volo il Garzanti di cui sopra, la voce “locale” è abbinata a “luogo di ritrovo”. E se la gente non c’è, sarà pure difficile che si ritrovi. Insomma, al Circolo 005 non c’era anima viva, se non i Physique du Roll al gran completo, qualche amico di vecchia data e una decina di ubriaconi (che, tra l’altro, in gran parte potevano essere riconosciuti come gli amici di cui sopra). Resta il fatto che il concerto è andato comunque benone. Poteva essere altrimenti ? Sinceramente, no. I The New Daisy Godzilla avevano sorpreso addirittura l’esigentissimo Magiustra, nel corso delle ultime prove, facendolo sorridere soddisfatto mentre surfava sul feedback. E mentre rimbalzava sulle note del basso. E mentre veniva picchiato dai colpi della batteria. E mentre veniva trascinato via aggrappato agli assoli della chitarra. Nuovamente digressioni, comunque. Si diceva invece del concerto, che è andato benone perché non poteva andare altrimenti. Del resto il Palantir che tengo nell’armadio continua a non sbagliare un colpo, e quello che dovevo vedere prima di sabato sera l’avevo già visto da giorni, così come avevo intravisto (questa volta il termine è azzeccato) la riparazione del mio portante ADSL nei primi giorni di gennaio. Da quasi una settimana sono tornato collegato con il resto del mondo, riappropriandomi della routine quotidiana che nel corso dell’ultimo mese avevo seriamente messo in pericolo. Lo stesso Palantir che ho scrutato appena prima di cena, e che mi ha fatto passare davanti agli occhietti un altro scorcio di futuro: non posso dirvi molto, ma allacciatevi bene le cinture di sicurezza. Ne vedrete veramente delle belle.

martedì, gennaio 02, 2007

THE NEW DAISY GODZILLA LIVE!


Manca poco al ritorno sui palchi dei Daisy Godzilla. Il 13 gennaio, in quel di Laveno Monbello, i nostri eroi si esibiranno per un pubblico preferibilmente composto da ubriaconi senza speranza, ragazzini psicotici e anime nervose. Si mormora che questa sia l'ultima occasione per ascoltare inni generazionali come "Believe!" e "I Just Wanna Die", canzoni che ormai hanno fatto il loro tempo e che, quindi, è pure giusto che finiscano in cantina. Il programma della serata, che vedrà sul palco anche i Physique du Roll, mi è stato consegnato nel corso di questa notte da una polverosa creatura alata le cui fattezze, guarda un po', ricordavano al tempo stesso quelle del buon vecchio Babalot e quelle dell'Imperatrice del Blues, ovvero Bessie Smith (una tipa di cui vi parlerò presto, non temete). Giusto per dovere di cronaca ve lo giro qui sotto, anche se fossi in voi non lo prenderei per "oro colato". I Daisy Godzilla, lo dovreste sapere bene, solitamente vanno per la loro strada. Se volete sapere dove li porterà, e se avete voglia di fare un viaggio nel loro mondo, mettetevi in macchina la sera del 13 gennaio e correte verso le rive del Lago Maggiore. Non ve ne pentirete, parola del Magiustra.

THE NEW DAISY GODZILLA LIVE!

- INTRO (YOU'RE NOT WELCOME)
- PST, PST, PST
- ME, MYSELF AND I
- TWO SOULS, ONE CITY
- TEENAGE LIES
- BELIEVE!
- DUST
- WE KNOW WHO YOU ARE
- SUNDAY NIGHT
- I DON'T KNOW
- I JUST WANNA DIE
- TREES
- UH, OH... WHAT IS HAPPENING? MAYBE I'M JUST FALLING IN LOVE WITH SOMEBODY ELSE

THE WHO: MY GENERATION


People try to put us d-down (talkin bout my generation)
People try to put us d-down (talkin bout my generation)
Just because we get around (talkin bout my generation)
Just because we get around (talkin bout my generation)
Things they do look awful c-c-cold (talkin bout my generation)
Things they do look awful c-c-cold (talkin bout my generation)
I hope I die before I get old (talkin bout my generation)
I hope I die before I get old (talkin bout my generation)

This is my generation
This is my generation
This is my generation, baby
This is my generation, baby

Why dont you all f-fade away (talkin bout my generation)
Why dont you all f-fade away (talkin bout my generation)
And dont try to dig what we all s-s-say (talkin bout my generation)
And dont try to dig what we all s-s-say (talkin bout my generation)
Im not trying to cause a big s-s-sensation (talkin bout my generation)
Im not trying to cause a big s-s-sensation (talkin bout my generation)
Im just talkin bout my g-g-g-generation (talkin bout my generation)
Im just talkin bout my g-g-g-generation (talkin bout my generation)

This is my generation
This is my generation
This is my generation, baby
This is my generation, baby

Why dont you all f-fade away (talkin bout my generation)
Why dont you all f-fade away (talkin bout my generation)
And dont try to d-dig what we all s-s-say (talkin bout my generation)
And dont try to d-dig what we all s-s-say (talkin bout my generation)
Im not trying to cause a b-big s-s-sensation (talkin bout my generation)
Im not trying to cause a b-big s-s-sensation (talkin bout my generation)
Im just talkin bout my g-g-generation (talkin bout my generation)
Im just talkin bout my g-g-generation (talkin bout my generation)

This is my generation
This is my generation
This is my generation, baby
This is my generation, baby

People try to put us d-down (talkin bout my generation)
People try to put us d-down (talkin bout my generation)
Just because we g-g-get around (talkin bout my generation)
Just because we g-g-get around (talkin bout my generation)
Things they do look awful c-c-cold (talkin bout my generation)
Things they do look awful c-c-cold (talkin bout my generation)
Yeah, I hope I die before I get old (talkin bout my generation)
Yeah, I hope I die before I get old (talkin bout my generation)

This is my generation
This is my generation
This is my generation, baby
This is my generation, baby