"IL MAGIUSTRA", POESIA IN PROSA RACCONTATA DA OSCAR WILDE
Il Magiustra viveva in campagna fra i prati e i boschi; ma ogni mattina si recava nella grande città a molte miglia oltre i colli nella nebbia azzurra. E ogni sera faceva ritorno. E nella luce del crepuscolo i bambini e la gente gli si riunivano attorno a sentirgli narrare tutte le cose meravigliose che aveva visto quel giorno nei boschi, e lungo il fiume, e sulle vette dei colli.
Narrava di come i piccoli fauni scuri si affacciavano a spiarlo dalle verdi foglie nella foresta.
Narrava delle nereidi dalle verdi chiome che si erano levate dal lago di vetro, cantando per lui con le arpe.
Narrava anche del grande centauro che gli era venuto incontro sulla vetta del colle, e quindi era corso via al galoppo ridendo in una nuvola di polvere.
Queste e molte altre cose meravigliose il Magiustra narrava ai bambini e alla gente che gli si riunivano intorno ogni sera mentre le ombre si facevano spesse e cadeva il grigio crepuscolo.
Narrava storie meravigliose delle stupende creazioni della sua mente, poiché egli era colmo di belle fantasie.
Ma un giorno il Magiustra, tornando dalla grande città e attraversando il bosco, vide per davvero i piccoli fauni scuri che lo spiavano attraverso le foglie verdi. E quando giunse al lago le nereidi dai capelli verdi si levarono per davvero dall’acqua di vetro e cantarono per lui con le arpe. E quando giunse sulla vetta del colle un grande centauro passò al galoppo in una nuvola di polvere, e rise.
Quella sera, quando la gente e i bambini gli si riunirono intorno alla luce del crepuscolo per sentire tutte le cose meravigliose che aveva visto durante il giorno, il Magiustra disse loro: "Non ho niente da raccontarvi, perché oggi non ho visto nulla", perché quel giorno, per la prima volta in vita sua, aveva visto la realtà, e per il Magiustra, la fantasia è realtà, e la realtà non è nulla.
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