UN’ALTRA TACCA SUL BASTONE
Poteva andare meglio l’esordio dei The New Daisy Godzilla? Probabilmente no, perché per la mitologia del gruppo è importante restare poco più che meteore. Meteore di passaggio in un paesino piuttosto che nell’altro, che tanto sono tutti uguali da Milano a Laveno Monbello. Meteore che solo pochi balordi sono stati così fortunati da intravedere. O, meglio, da “intrasentire”. Peccato che come termine “intrasentire” faccia piuttosto schifo, e in effetti il Garzanti mica lo riporta. Abbiamo coniato un nuovo termine, allora. Che si festeggi! Da oggi il mondo è più ricco! Digressioni, comunque. Si diceva invece dei The New Daisy Godzilla, che si sono ritrovati di nuovo su un palchetto, invero piuttosto traballante, sistemato in qualche maniera all’interno di un piccolo locale. L’aggettivo “piccolo” lo si può usare abbastanza tranquillamente, ma “locale” è in effetti un termine un po’ troppo forte. Anche perché acciuffando al volo il Garzanti di cui sopra, la voce “locale” è abbinata a “luogo di ritrovo”. E se la gente non c’è, sarà pure difficile che si ritrovi. Insomma, al Circolo 005 non c’era anima viva, se non i Physique du Roll al gran completo, qualche amico di vecchia data e una decina di ubriaconi (che, tra l’altro, in gran parte potevano essere riconosciuti come gli amici di cui sopra). Resta il fatto che il concerto è andato comunque benone. Poteva essere altrimenti ? Sinceramente, no. I The New Daisy Godzilla avevano sorpreso addirittura l’esigentissimo Magiustra, nel corso delle ultime prove, facendolo sorridere soddisfatto mentre surfava sul feedback. E mentre rimbalzava sulle note del basso. E mentre veniva picchiato dai colpi della batteria. E mentre veniva trascinato via aggrappato agli assoli della chitarra. Nuovamente digressioni, comunque. Si diceva invece del concerto, che è andato benone perché non poteva andare altrimenti. Del resto il Palantir che tengo nell’armadio continua a non sbagliare un colpo, e quello che dovevo vedere prima di sabato sera l’avevo già visto da giorni, così come avevo intravisto (questa volta il termine è azzeccato) la riparazione del mio portante ADSL nei primi giorni di gennaio. Da quasi una settimana sono tornato collegato con il resto del mondo, riappropriandomi della routine quotidiana che nel corso dell’ultimo mese avevo seriamente messo in pericolo. Lo stesso Palantir che ho scrutato appena prima di cena, e che mi ha fatto passare davanti agli occhietti un altro scorcio di futuro: non posso dirvi molto, ma allacciatevi bene le cinture di sicurezza. Ne vedrete veramente delle belle.
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