Wii
L’otto di dicembre, per 249 Euro, sarà possibile portare via dalle avide mani dei negozianti di videogiochi la nuova e chiacchieratissima console di Nintendo, battezzata semplicemente “Wii”. In Italia, visto che l’otto si celebra una festa comandata da qualche cardinale con il cappello di Mazinga, l’appuntamento è anticipato di 24 ore. Ma vista l’IVA più alta rispetto a tutti gli altri paesi europei, le monetine da un un euro da sborsare saranno dieci in più, ovvero 259.
Il nome scelto da Nintendo per la sua nuova console da salotto pare strano, ma solo a leggerlo di fretta. A pronunciarlo come si deve, ovvero “we” (come direbbero gli inglesi), suona molto meglio. Nemmeno a dirlo, il presidentissimo di Nintendo (tale Iwata-san, per la cronaca) si è preso la briga di sognare una console diversa da tutte le altre. Talmente “diversa” che spiegarla a parole è quasi un incubo. Provarla con mano, invece, vuol dire innamorarsene perdutamente. Buona parte della “diversità” di Wii la si deve ai controller ai quali è abbinata, lontani anni luce dai tradizionali pad pieni di tasti, tastini e levette. Robe talmente complesse che quasi quasi spaventano me, figuriamoci qualcuno che con i videogiochi ha magari avuto poco a che fare. I controller di Wii, chiamati Wii Remote e Nunchuk, sono invece di una semplicità quasi disarmante. O, almeno, lo sono all’apparenza.
Partiamo dal Wii Remote, che poi è un po’ il simbolo del nuovo corso di Nintendo. Allora, prendete in mano il primo telecomando che vi capita a tiro, tipo quello dello stereo, del televisore o della lavatrice (questo ce l’hanno solo i milionari, ma ci siamo capiti). Ora puntatelo verso la TV. Fatto? Bene, a questo punto lavorate ancora un po’ di fantasia, se ci riuscite, e figuratevi una pallina da tennis che, dal fondo del tubo catodico, vi viene incontro a tutta velocità. Ci siete? Bene. Questo è il vostro momento: rispedite indietro la pallina verso il televisore spento, possibilmente al riparo da occhi indiscreti, così da non suscitare reazioni inconsulte da parte della vecchietta che passa le giornate a spiarvi dalla finestra di fronte. Se per rispedire al mittente la pallina da tennis avete premuto il tasto d’accensione o quello del Fast Forward, allora di Wii non sapete veramente nulla. Perché per colpire la pallina, guarda un po’, dall’otto dicembre in poi basterà muovere il Wii Remote (ovvero il telecomando che avete in mano) come una racchetta da tennis, simulando un dritto al fulmicotone, un rovescio smorzato o un pallonetto di misura. Pare incredibile, ma il Wii Remote funziona proprio così. Dietro a questa miracolosa tecnologia si dice che ci sia una enorme azienda chiamata ST Electronics (che, tra l’altro, ha pure una sede in Italia), ma lo sappiamo tutti benissimo che una cosa del genere può funzionare solo e soltanto per mezzo dei Pikmin. Dentro al Wii Remote ce ne saranno rinchiusi un po’, e a loro toccherà far funzionare il tutto.
Accanto al Wii Remote, che oltre a rilevare i movimenti nello spazio e quelli sui suoi tre assi è pure in grado di funzionare come un fantascientifico mouse tridimensionale, ecco arrivare il Nunchuk, che è un po’ il fratellino sfigato da tenere nella mano sinistra. Questa parte del controller, che nemmeno viene usata in tutti i giochi, è un pochino più tradizionale, ma appena appena. Quelli di Nintendo ci hanno appiccicato sopra una bella levetta analogica e due tasti, e poi l’hanno riempito dei soliti Pikmin multicolore di cui sopra. Detto in poche parole, pure il Nunchuk se lo muovi succedono cose. Cose di tutti i tipi, tra l’altro. Il bello è che quelli di Nintendo, per nulla appagati dai magici controller strani con cui se ne sono venuti fuori, hanno incollato alla console una mezza infinità di funzioni sciocche e balorde come quelle che piacciono a me. Prendiamo i Mii, per esempio, che sono delle creaturine stilizzate da creare per mezzo di un semplicissimo editor. L’idea di base è che tutti, in una famiglia o in una cerchia di amici (ma pure in un branco di balordi, come nel caso che mi riguarda), si prendano la briga di crearsi un Mii a propria immagine e somiglianza. Questo Mii funzionerà un po’ come un avatar, e salterà fuori come protagonista assoluto di una bella lista di giochi. Giochi come Wii Sports, per esempio. Wii Sports è una raccolta di discipline sportive declinate secondo il verbo del Wii Remote (ci sono il tennis, la boxe, il golf, il baseball e il bowling), che i tipi di Nintendo hanno deciso di allegare, in “omaggio”, ad ogni console venduta. Ecco, i protagonisti di queste sfide all’insegna dello sport domestico saranno proprio i nostri Mii, che tra l’altro potranno essere incastrati a forza dentro ai Wii Remote (assieme ai Pikmin), così da poterseli portare dietro quando si corre a casa di un amico per fumarsi due canne (e bersi tre birre) tra una partita a bowling e l’altra.
Nemmeno a dirlo, i Mii dopo essersi “conosciuti” resteranno in contatto, così come i burattinai che hanno dato loro vita, e potrà quindi capitare di ritrovarsi il Mii del Conte Massara come spettatore di una partita a tennis giocata la sera successiva contro Cecco, tanto per fare un esempio cretino. Ma le cose belle non sono mica finite qui: tutti i Mii incontrati fisicamente (ma anche online, a dire il vero) quando non sono chiamati in azione passano il tempo nella piazza a loro dedicata, una bel luogo di ritrovo a cui è possibile accedere dalla schermata principale della console. Andando a dare un’occhiata a questa piazzetta piena zeppa di tipi strani sarà quindi possibile riconoscere i Mii dei propri amici. Cliccandoci sopra con il cursore mosso sullo schermo per mezzo del Wii Remote (che a questo punto, ve ne sarete pure accorti, funziona anche come una bacchetta magica), ecco che potremo spedire ai loro padroncini un messaggio, una fotografia, un invito a giocare o cose del genere. Tutta questa corrispondenza elettronica finirà dritta dritta su di una bacheca virtuale sistemata di fianco alla schermata principale di Wii (quella che salta fuori sullo schermo qualche istante dopo l’accensione) e nelle intenzioni di Nintendo sostituirà (in parte) il classico sportello dei surgelati del frigorifero, da sempre tempestato di ritagli di giornale e di Post-it nelle case delle persone per bene. Per la cronaca, prima dell’arrivo di Tania, a casa mia appiccicato al frigorifero non ci stava proprio nulla. E nemmeno dentro, a dirla tutta.
Quella della piazza virtuale riservata ai Mii è una bella idea, ovvio, ma è solo la punta dell’iceberg. In effetti, quello della Piazza Mii è solo uno dei tanti canali tematici di Wii, la prima console al mondo capace di fare il verso alla TV. In effetti, una volta collegata ad internet, la nuova console di Nintendo diventa una roba ancora più fuori dall’ordinario, con una serie di canali dedicati alle previsioni del tempo, all’informazione e allo shopping elettronico. Di base, almeno agli inizi, su quest’ultimo canale sarà possibile acquistare vecchi giochi di Nintendo pubblicati ai tempi del NES, del Super NES e del Nintendo 64, ma non solo. Fin da subito, per una manciata di euro, si potrà banchettare con un po’ di roba di SEGA, Hudson e compagnia danzante, per la gioia di gente strana come Babich e il Magiustra, tanto per fare due nomi illustri.
Tutte queste parole spese a proposito di Wii, nemmeno a dirlo, non è che le abbia buttate giù tanto per sfizio. Ma proprio per niente. La verità è che mi pagano. Con che coraggio, altrimenti, potrei mai appoggiare l’idea di un telecomando al posto del joypad? O applaudire con convinzione un esercito di Mii in giro per una piazzetta virtuale? O, ancora, prendere sul serio una console che quando l’accendi ti spara in faccia le previsioni del tempo? Giustamente sarete anche un po’ stufi di leggere balle grosse come una casa. Avete ragione. La prossima volta, per rimediare, scriverò solo e soltanto assolute verità: mi metterò a raccontare di Xbox 360. A quello che dirò della nuova console Microsoft, ovvio, ci crederete tutti. Vedete un po’ se vi riesce anche di capire il perché.
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