LE TISANE DEL DISPIACERE
Quante birre avrò bevuto quest’estate? Una mezza infinità, probabilmente, soprattutto alla sera, tra una fumata e l’altra. Da qualche tempo, però, la classica bottiglia di Heineken è stata sostituita dalla ben più carismatica tazza del the, per l’occasione riciclata e promossa a “tazza della tisana”.
Di tisane, ovvio, io ci capisco poco o nulla. Resta il fatto che alcune mi piacciono, e che spesso non mi sono preso la briga di prepararmele solo per pigrizia. Adesso quei tempi, quelli della pigrizia, sono però finiti, anche perché pericolosi. Sia al pomeriggio che alla sera faccio quindi andare il bollitore, tutto bofonchiante e fischiettante (e borbottante, o sibilante... i bollitori vantano un campionario di effetti sonori che nemmeno “Swordfishtrombones” di Tom Waits).
Per ora mi concedo tre tisane al giorno, in media, più la mia tazza di the mattutina. Le tisane le ho scelte rigorosamente a caso, ma ne ho trovata almeno una proprio buona. Si tratta di un orribile infuso al finocchio e alla liquirizia che, in linea teorica, dovrebbe essere una sorta di dolce pozione velenosa. E invece no, a sorpresa si dice che faccia benissimo, soprattutto a livello digestivo. Ma tu guarda che buffo. Al secondo posto di questa speciale classifica delle tisane settembrine troviamo invece un infuso al ribes nero, ginseng e vaniglia. Questa suona come una roba buona, e infatti non è malaccio, anche se il gusto è forse un po’ troppo appuntito per il fine palato magiustrico, da sempre più innamorato dei sapori rotondi e morbidi piuttosto che di quelli aspri e appuntiti. Visto che il ginseng si mormora che sia una botta d’energia e uno stimolante e fisico e mentale, questa tisana la bevo solo e soltanto al pomeriggio, mica di ripetere le notti insonni al gusto cocaina di qualche anno fa. Roba che più la si evita e meglio è, già già. L’ultimo posto del podio, quello riservato alla “terza tisana più buona dell’ultimo mese d’estate”, è tutto per l’infuso al the verde, ginseng (di nuovo) e limone. L’ho bevuta ieri pomeriggio per la prima volta, e non è che ci abbia capito molto. Forse i sapori erano troppo forti, o forse l’ho bevuta ancora ustionante (la gola...)... vai a sapere. Resta il fatto che per ora è quella che mi è piaciuta di meno, assieme all’infuso di finocchio, il fratellino povero della tisana Finocchio & Liquirizia di cui sopra.
In linea di massima, comunque, suppongo che queste e altre tisane mi faranno compagnia per l’inverno che già intravedo stagliarsi minaccioso all’orizzonte, quando vado a fare l’ultima passeggiata giornaliera con Conflitto verso le 19:30. A quell’ora, lontana lontana verso le montagne, l’aria si è già spenta. Il rumore dei grilli e degli insetti che mi saltano attorno mentre attraverso i campi davanti alla cascina sembra venire da anime terrorizzate. Anime che cantano come se non ci fosse un domani. Una volta dentro casa, invece, con la tazza di Jeeg tra le mani e il profumo del finocchio e della liquirizia ad invadermi il nasone, io a differenza dei grilli un domani riesco ad intravederlo. Anche se si preannuncia lungo, piovoso e tanto, tanto buio. Sempre meglio di quello dei grilli, sempre meglio di quello dei grilli.
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